L’acido ialuronico è una sostanza fisiologicamente presente nei tessuti animali, dove svolge ruoli di primaria importanza per quanto riguarda la funzionalità e la struttura dei tessuti stessi. Infatti fa parte della grande famiglia dei glicosaminoglicani, GAG, molecole caratterizzate dalla capacità di trattenere acqua, rigonfiandosi e costituendo un reticolo che intrappola le molecole d’acqua al suo interno (gel). In particolare da un punto di vista chimico l’acido ialuronico è costituito dall’alternarsi di acido glucuronico e N-acetil-glucosamina. Tra tutti i GAG l’acido ialuronico è il più diffuso a livello dei tessuti umani: è principalmente presente a livello del tessuto connettivo, del liquido sinoviale e del derma, dove esplica un’azione strutturale ed idratante grazie alla sua caratteristica intrinseca di gelificare in presenza di acqua, ma in quantità minore è presente anche a livello muscolare, nell’occhio, ed in tutti gli altri tessuti umani1,2.
Per le sue proprieà, l’acido ialuronico viene da decenni utilizzato a livello topico in farmaci e cosmetici, ma il suo utilizzo come integratore è stato a lungo controverso e sdoganato solo di recente.Infatti, l’acido ialuronico, viene metabolizzato e assorbito dall’organismo dopo assunzione orale solo in presenza di specifici enzimi, che paiono non essere presenti a livello intestinale. Questa evidenza ha portato a dubbi riguardo l’efficacia dell’integrazione dell’acido ialuronico, nonostante risultati positivi in diversi studi clinici. Solo recentemente si è infine compreso, che in mancanza degli enzimi specifici a metabolizzare la sostanza, il microbiota intestinale gioca un ruolo fondamentale: sembra infatti che i batteri saprofiti siano in grado di “pre-digerire” la sostanza rendendola quindi assorbibile dall’organismo.